mercoledì 16 gennaio 2013

PILLOLE DI SAGGEZZA Parte 1

Parliamo della vendita. Attraverso un film.  Nella versione italiana è intitolato "Americani
(titolo originale: “Glengarry Glenn Ross“) del 1992.

Film che si svolge praticamente tutto all'interno di un ufficio.
Gli attori devono fare la loro parte alla grande per far si che non diventi noioso,cosi' come la sceneggiatura,ed entrambi i componenti sono di livello altissimo.Jack Lemmon stratosferico nel suo personaggio "disperato" e invidioso delle capacita' di venditore di Al Pacino.Parla spesso da solo,dimostra tutta la sua insicurezza pur provando comunque a chiudere i benedetti contratti e non farsi licenziare.Al Pacino e' quello "riuscito nella vita".Sa come comportarsi coi clienti,esprime tutta la sua sicurezza e anche un po' di "spocchia" perche' saprebbe vendere il ghiaccio agli eschimesi. Kevin Spacey fa alla grande la sua parte.La trama fa vedere quanto la disperazione puo' portare un uomo a compiere azioni che in condizioni normali non avrebbe compiuto.L'ufficio e' il campo di battaglia e vale tutto pur di "salvarsi la pelle".Anche le sicurezze piu' fondate verranno messe alla prova.

I dieci minuti di Alec Baldwin che fa il famoso discorso ai dipendenti della ditta vale da solo tutto il film.


.





Il personaggio di Baldwin, che si presume sia “il cattivo” della storia, si rivolge ad una stanza piena di tizi, suoi colleghi, dando loro una bella lavata di capo, avvisandoli che sarebbero stati licenziati tutti se non avessero fatto firmare i contratti ai contatti loro assegnati.

Blake, il personaggio di Baldwin, dice testualmente:

“Sei una brava persona? Non me ne frega un ca**o. Un buon padre? Vaf*an*ulo a casa tua a giocare con i ragazzini. Volete lavorare qui? Chiudete i contratti!”

 
 
 
 
 


 
 
Blake è un sociopatico brutale, rude e borderline. Ed è certamente l’espressione più sincera e accurata di ciò che il mondo si aspetta da te. La differenza è che, nel mondo reale, le persone considerano così sbagliato parlarti in questo modo che preferiscono permettere che tu continui a fallire.
Questa scena mi ha cambiato la vita. Ci programmerei la sveglia ogni mattina con quel discorso, se sapessi come fare. Alec Baldwin ha ricevuto una nomination all’Oscar per questo film e questa è l’unica scena in tutto il film in cui compare il suo personaggio!
Come hanno potuto notare le persone più intelligenti, la genialità di questo discorso sta nel fatto che una metà delle persone che guardano questa scena pensano che il punto sia: “Wow, cosa deve essere avere un capo così bastardo“. L’altra metà pensa invece “Diamine si, andiamo fuori a vendere qualche maledetta casa”.
 
 
O, come afferma il blog “the Last Psychiatrist”:


                                           the Last Psychiatrist


"Se voi foste in quella stanza, alcuni di voi capirebbero che si tratta pur sempre di lavoro, ma si nutrirebbero dell’energia del messaggio in ogni caso, come se fosse l’insegnamento di un mentore, pensando “questo tizio è fantastico!”; altri la prenderebbero invece sul personale: “questo tizio è un cretino, non ha nessun diritto di parlarmi in questo modo” oppure, con una mossa tipica del narcisista che incontra un potere più grande, in silenzio rimuginerebbero e fantasticherebbero su come trovare delle informazioni sul suo conto che ne svelino l’ipocrisia. Che soddisfazione"
 


 
Questo estratto viene da una critica approfondita degli “hipster” e del perché sembrino avere così tanti problemi nel trovare un posto di lavoro (questa mia sintesi non rende giustizia all’articolo, leggilo tutto per saperne di più), ed il punto pare essere la differenza fra questi due atteggiamenti: il sentirsi motivato contro il sentirsi offeso, cosa che determina in larga misura se avrai o meno successo nel mondo.
Ad esempio, alcune persone risponderebbero al discorso di Blake con la frase di Tyler Durden, interpretato da Brad Pitt, rivolta a Edward Norton  nel film “Fight Club”: “Tu non sei il tuo lavoro”.
Beh, si, hai ragione. Certo, il tuo “lavoro” e il tuo impiego potrebbero non essere la stessa cosa, ma in entrambi i casi tu non sei niente più della somma delle tue competenze utili. Per esempio, essere una buona madre è un lavoro che richiede una competenza. E’ qualcosa che una persona può fare di utile ad altri membri della società.
Ma senza ombra di dubbio, il tuo “lavoro”, ciò che di utile puoi fare per gli altri, è tutto ciò che sei.







C’è una ragione se i chirurghi sono più stimati degli scrittori umoristi. C’è una ragione se un meccanico è più stimato di un senzatetto. C’è una ragione se il tuo lavoro diventa la tua etichetta se la tua morte fa notizia (“calciatore muore a 37 anni per omicidio/suicidio”). Tyler ha detto “Tu non sei il tuo lavoro”, ma ha anche fondato e diretto un’azienda di sapone ed è diventato il capo di un movimento sociale e politico internazionale. Lui era totalmente il suo lavoro.



FONTE:  http://networkmarketer.it/6-crudeli-verita-che-ti-renderanno-una-persona-migliore-parte-seconda



Questo discorso non è tanto ispiratore ed è forse un modo negativo di motivare, ma colpisce a fondo come un pugno sullo stomaco, senza mezzi termini ed è dedicato a tutti coloro che hanno bisogno di reagire all'inerzia.


Più avanti parlerò meglio anche di Fight Club


Nessun commento:

Posta un commento