martedì 13 novembre 2012

BISOGNA GESTIRE AL MEGLIO LE INFORMAZIONI

Viviamo in un'epoca  dove tutto è immagine. Nella cosiddetta era della globalizzazione le immagini rappresentano un modo efficace per comunicare le emozioni.

"Globalizzazione": quel termine fu lanciato nel mondo dal guru del marketing Theodore Levitt, docente alla Harvard Business School. Sulla rivista della prestigiosa università americana Levitt annunciò nel maggio 1983 che "la globalizzazione del mercato è a portata di mano". Levitt si riferiva soprattutto all'evoluzione dei consumi e del marketing.



La televisione ha sancito il passaggio, diventando così la finestra del  mondo.






Il prof. Philip Kotler, ritenu­to la massima autorità mondiale in tema di marketing riferisce che lo scena­rio economico contemporaneo è determinato da due forze fondamentali; la tecnologia e la globalizzazione. Kotler afferma: L’evoluzione della tecnologia ha reso possibile lo sviluppo di prodotti che il presi­dente John Kennedy, assassinato nel 1963, non avrebbe neppure immaginato, quali i satelliti, il videoregistratore, i fax, gli orologi digitali, la posta elettronica, i telefoni cellulari, i computer portatili. La tecnologia costituisce l’agente di cambiamento non soltanto dell’infrastruttura materiale della Società, ma anche dei modelli di pensiero dell’uomo.





"Villaggio Globale" è una metafora adottata da McLuhan per indicare come, con l'evoluzione dei mezzi di comunicazione, tramite l'avvento del satellite che ha permesso comunicazioni in tempo reale a grande distanza, il mondo sia diventato “piccolo” e abbia assunto di conseguenza i comportamenti tipici di un villaggio. Le distanze siderali che in passato separavano le varie parti del mondo si sono ridotte e il mondo stesso ha smarrito il suo carattere di infinuta grandezza per assumere quello di un villaggio.

Come ha notato Marshall Mc Luhan: il mezzo è il messaggio.
Una mani­festazione rivoluzionaria della evoluzione tecnologica è la digitalizzazione, cioè una codificazione dell’informazione a mezzo di “BIT”, cioè di serie di zero e di uno. La tecnologia orienta anche la seconda forza fondamentale: la globalizzazione.

Oggi l’i­potesi di Mc Luhan del “Villaggio globale” è una realtà











Questa definizione risale ormai a quasi 50 anni fa.
Il mondo è mutato in maniera significativa.
Siamo nel Terzo Millennio.
Sono cambiati i costumi,modi di pensare,di vivere.
È opinione della grande parte dei sociologi che la nostra attuale socie­tà sia quella del consumo.
Oggi viviamo in un clima di monocultura borghese, materialista e consumista.

Il trionfo politico della globalizzazione giunse con la caduta del muro di Berlino, la fine dell'Unione Sovietica, la liberazione dell'Europa dell'Est, il crollo dell'unico sistema ideologicamente antagonista: nel 1990, McDonald inaugurava il suo primo fast-food sulla Piazza Rossa di Mosca. Negli anni Novanta un'altra rivoluzione, di natura tecnologica, ha esaltato le potenzialità della globalizzazione: la popolarizzazione del personal computer, la nascita del telefonino, infine l'avvento di Internet, hanno reso ancora più rapide ed economiche le comunicazioni globali. Le distanze sono state cancellate, i colossi informatici della Silicon Valley hanno adottato la città di Bangalore in India come una periferia della California, dove concentrare design e produzione di software a basso costo. I marchi Microsoft e Nike sono diventati i nuovi simboli di quest'èra che ha il suo centro imperiale negli Stati Uniti e le sue nuove basi produttive in Asia.

Le frontiere in Europa non ci sono più, i diritti d’autore viaggiano intorno al mondo, Google Earth ci porta in vetta al  K2 o nelle finestre del vicino, non c’è limite al gossip e alle storie intime via chat.
E se non ti basta la realtà c’è il reality o la virtualità


Le nuove tecnologie informatiche hanno allargato gli orizzonti.
Gli scambi informatici sono frenetici.
I messaggi sono frenetici.
Ora si parla di social network.
Ad esempio My Space,Facebook,Twitter,Linkedin,Foursquare.
Reti per regolare le relazioni sociali.
L'individuo è partecipe immediato al confronto.
Vuole apparire. Dire la sua.
Esistono realtà come Pay Pal,un sistema di pagamento online che permette a qualsiasi azienda o
consumatore che disponga di un indirizzo email di inviare e ricevere pagamenti.

Abbiamo gli smarphone, telefoni cellulari che usiamo per gestire inostri dati personali.
Usiamo i tablet come computer portatili.




La comunicazione torna dunque ad essere principalmente “uno a uno” ma contemporaneamente tutti vi hanno accesso sia come destinatari che come mittenti fruendo delle informazioni sulle rete ma anche immettendone. Il progresso tecnologico della fine del secondo millennio ha reso le macchine per comunicare sempre più potenti e sofisticate rendendole contemporaneamente anche piccole, maneggevoli ed economiche. La possibilità di intrecciare le tecnologie fra di loro ha diffuso la multimedialità ovvero oggi è possibile avere nello stesso messaggio informazioni formulate in più codici.

 Che piaccia o no siamo etichettati come  la Generazione Y.






La generazione nata fra gli anni Ottanta ed il Duemila viene ormai definita “generazione Y” per distinguerla da quella “X” che l’ha preceduta. Cosa ha di diverso da quella nata prima? La grande familiarità con la comunicazione mediatica e le tecnologie digitali. Sotto questo punto di vista, si è verificata una “socializzazione alla rovescia”: sono i giovani ad insegnare agli adulti. Pur essendo nati dopo, essi hanno più esperienza. Sono più attrezzati a vivere in questa cultura.








Vengono definiti anche Millenials, giovani che oggi hanno tra i 18 ed i 30 anni. Un gruppo ben definito di persone che hanno delle caratteristiche speciali e specifiche. Sono appena usciti dalle scuole superiori, o stanno per lasciare l’università, il che significa che sono pronti per il mondo del lavoro. La domanda è, il mondo del lavoro è pronto per i millennials?







Siamo tutti presenti in rete. Chi non è presente, non esiste. Anzi, se sei presente ma non connesso, non esisti lo stesso. Ma questo non è un bene. I social network sono sia un potenziale aiuto alla relazione, sia una minaccia.









Dal film  “I signori della truffa”:







"C’è una guerra là fuori, amico mio. Una guerra mondiale. E non ha la minima importanza chi ha più pallottole, ha importanza chi controlla le informazioni. Ciò che si vede, si sente, come lavoriamo, cosa pensiamo, si basa tutto sull’informazione"






Bisogna gestire al meglio le informazioni a disposizione.